Un barelliere del turno di notte


Quaderni del Pequod #6
Pagine: 68
ISBN: 9788860681751
Pubblicazione: 12 marzo 2021
€ 12,00

Disegni di Roberto Pagnani

Si vedrà anzi che l’evento dell’epidemia e della quarantena, pur così presenti se non fondanti in questo Barelliere, sono in ampia misura un pretesto per Simoncelli: essendo per lui invece urgente, necessario, improcrastinabile parlare del ruolo dell’io e della sua fragilità in un mondo che, mai come ora, si dimostra anch’esso insicuro e instabile. E tale fragilità appare anzitutto come gnoseologica, conoscitiva: «Sono diventato più debole, / suggestionabile, smemorato / e mi accontento di quello // che ogni tanto ricordo». Fragilità che investe la ragione prima ancora che il sentimento, che sembra al contrario l’unica luce che ha qualche portata di certezza, tanto da travalicare i limiti dello spazio e del tempo secondo frequenze che lievitano, nell’assenza dei loro destinatari diretti (i «pochi intimi» della dedica), e crescono fino alla genesi dei loro fantasmi: anzi, l’inconsistenza di una realtà che appare in procinto di far crollare tutte le certezze esalta per converso il sentimento come atto di conoscenza e la memoria come momento di ripresa efficace del mondo. La realtà “vera” di Simoncelli è dunque quella delle cose care, degli affetti di sempre, che non vengono cancellati né dal tempo né dal sigillo della morte ma continuano ad essere, a tessere la loro trama relazionale con l’io che non smette mai di vederli, di cercarli, di stabilire un dialogo vitale con loro e quasi di toccarli. (Paolo Senna)

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